I 7 PRINCIPI SENZA TEMPO DEL SAPER VESTIRE

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La moda e le tendenze introducono nella nostra vita nuove idee, suggerimenti, voglia di cambiare, perché contengono, per loro natura, elementi di cambiamento.

Quello che non cambia, invece, sono i principi basilari del saper vestire, quelli che hanno un valore senza tempo e che riguardano qualunque tipo di persona, a prescindere dalla morfologia, dallo stile, dalla vita che conduce.

Questi principi sono dei punti di riferimento molto saldi e per questo sempre attendibili.

 

Puoi considerarli come dei pilastri “inscalfibili”, come delle regole, o anche semplicemente come delle tips per indossare sempre outfit valorizzanti e che sappiano dialogare con il contesto.

 

Analizziamoli singolarmente.

Equilibrio e buon senso 

La ricerca di equilibrio è un’avventura che affascina l’essere umano dalla notte dei tempi. Siamo spesso alla ricerca di equilibrio sotto molti punti di vista, uno di questi è sicuramente l’immagine. Molte convenzioni sociali nel corso degli anni hanno un po’ alterato il senso dell’equilibrio facendo prevalere delle regole non scritte, sancite non si sa bene quando e tanto meno perché. Un esempio di queste regole può essere rintracciato nella convinzione che con il passare degli anni sia più adatto un taglio di capelli molto corto, o che una gonna corta, dopo i quaranta, sia del tutto fuori luogo.

Se all’equilibrio poi si aggiunge il buon senso il peso della soggettività aumenta perché ciò che è  “buon senso” per qualcuno, non è affatto detto che lo sia anche per gli altri.

La vera regola dell’equilibrio e del buon senso è dentro di noi, bisogna guardarsi allo specchio e riconoscere i propri punti di forza, cercando di mantenere uno sguardo oggettivo e mai autoflagellante.

Puntando lo zoom su ciò che ci piace di noi stessi, sarà più facile imparare ad amare ciò che apprezziamo meno perché quel “meno” inizia gradualmente a retrocedere. 

 

Semplicità

Il valore della semplicità è inestimabile, perché un abito semplice vince sempre. Soprattutto in ambito business, la semplicità veicola messaggi e valori fondamentali: la sua assenza di sovrastrutture rimanda alla trasparenza, alla purezza di ciò che si mostra esattamente per quello che è. Un outfit privo di sovrastrutture non nasconde, ma mostra la sua essenza, questo induce l’interlocutore a fidarsi perché non rintraccia ambiguità né pericoli.

 

Personalità

A prescindere dai dettami del dress code e dai contesti, quello che va sempre difeso e indossato è la propria personalità. Jacobson esprime con chiarezza questa idea introducendo la funzione poetica ovvero quell’elemento che rimanda alla personalità e contraddistingue chi lo indossa. Quindi che si indossi una divisa, un tailleur, è importante introdurre sempre qualcosa che ricordi chi è la persona nel suo privato, al di là delle mura dell’ambiente professionale. Un elemento prezioso in quest’ottica è l’accessorio capace di introdurre quel tocco di stile personale che consente di indossare la divisa in modo più sereno e disinvolto. 

 

Professionalità

Quasi ogni individuo si divide tra vita professionale e vita privata. Ogni contesto richiede una specifica tipologia di abbigliamento, in funzione di molteplici fattori. Il fil rouge, tra chi siamo nella vita professionale e chi siamo al di fuori di essa, è rappresentato dallo stile personale. Quello c’è sempre ed ha la precisa funzione di non creare discrepanze sull’identità personale nei due ambiti. In questo caso è bene ricordare che i nostri interlocutori sono ovunque, così pure i nostri clienti, ed è importante veicolare coerenza personale e congruenza.

 

Cura del dettaglio

La cura della persona emerge in moltissimi aspetti, dall’igiene personale alla cura dell’abbigliamento. Vedere un bottone che dondola o un filo che penzola non trasmette un senso di cura. Una persona trasandata, o in generale poco attenta alla cura dei dettagli, veicola la sua incapacità di gestire il tempo e organizzare attività necessarie. Da questo deriva una scarsa tendenza a contare su di lei, a ritenere che sia  affidabile nella gestione di progetti o attività. Un aspetto trasandato veicola l’impressione di non saper gestire l’imprevisto o comunque ciò che va risolto. 

 

Fit – Colore – Texture

Qui parliamo di combinazioni, nello specifico di interazioni, funzionali e valorizzanti tra vari elementi. Entriamo nel pieno nel campo della Consulenza d’Immagine, dove solo le competenze di un esperto possono condurre alla scelta di un abbigliamento valorizzante e funzionale.

Solo un esperto in Consulenza d’Immagine possiede quelle skills in grado di identificare il miglior abbigliamento per chi lo indossa, in funzione delle sue caratteristiche e soprattutto dei suoi obiettivi. Se, ad esempio, si vuole verticalizzare l’immagine per allungare la figura e slanciarla, al consulente d’immagine sarà molto ben chiaro come intervenire per  fornire una soluzione. Ci vuole la competenza di chi fa questo di mestiere. Come ci si regola, ad esempio, se si vogliono inserire dei volumi per riproporzionare le forme o creare specifici effetti desiderati? Il consulente d’immagine è una persona che si è specializzata in questo ramo attraverso un percorso di Alta Formazione, questo lo rende la persona più preparata nel fornire soluzioni, perché lo studio di quelle combinazioni e di come dialogano tra di loro è il cuore della sua professione. 

Oltre alle texture, un altro elemento determinante è il colore.

Quali colori valorizzano un volto con determinate caratteristiche?

In questo ambito il consulente d’immagine chiama in causa l’armocromia, ovvero la scienza che studia l’armonia tra i colori. Quali tonalità conferiscono a uno specifico viso un aspetto più riposato e luminoso? Quali colori inoltre vanno a compensare le discromie naturali della pelle? Ma non finisce qui, l’articolato mondo dei colori infatti non si esaurisce nelle regole dell’armocromia, ma apre finestre più ampie sul mondo dei significati. Ogni colore rimanda a un universo semantico ben definito, dove nulla è lasciato al caso e tutto è riconducibile a un concetto, a un significato. Nella scelta dell’abbigliamento dunque, come bilanciare i colori valorizzanti con quelli associati ai valori che vogliamo veicolare o ai gusti personali?

La domanda è lecita, il destinatario può essere uno solo: un consulente d’immagine specializzato in comunicazione non verbale, che può riuscire con successo in questa impresa soprattutto se riveste il ruolo di business dress coder!

Anche il fit richiede un’attenta e competente analisi della figura da parte del consulente d’immagine che saprà indicare i modelli più appropriati in funzione della morfologia della persona.

 

Saper portare l’abito

Ogni persona indossa al meglio un solo abito: il proprio. 

Per quanto un abito possa essere perfetto nel fit, nel colore e nella texture, non sarà mai in grado di vestire una persona che nei suoi panni non si sente a proprio agio.

L’abito, infatti, deve essere in primo luogo in linea con lo stile e i valori di chi lo indossa, poiché deve essere un canale di comunicazione dei valori in cui la persona crede e che vuole trasmettere agli altri. 

Vestire un abito lontano dal proprio modo di essere trasmette approssimazione, disagio e insicurezza. La sicurezza che una persona è in grado di trasmettere attraverso l’abbigliamento è la conseguenza diretta del suo sentirsi a proprio agio all’interno di quel coerente involucro.

 

Questi i pilastri della vestibilità, dei punti di riferimento per indossare outfit valorizzanti e funzionali capaci di rendere l’immagine una coerente proiezione di un mondo di valori e soprattutto di rendere la persona in linea con i contesti e con se stessa.