Dress code delle donne di potere: Mara Carfagna

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Come personaggio del mese ho scelto l’ex ministro delle pari opportunità (come già detto, soprattutto in Italia, questo è uno dei classici ruoli dato alle donne): Mara Carfagna.

Non tutti conoscono il suo passato e lei (e la schiera di consulenti d’immagine e esperti nel personal branding) è stata bravissima a farlo dimenticare a favore del suo presente.

La Carfagna, laureata in giurisprudenza, dotata anche di un grande talento artistico, debutta in televisione nel 1997 partecipando a Miss Italia e conquistando il titolo di Miss Cinema forte del suo bellissimo viso e corpo statuario. Diventa così un volto noto del piccolo schermo come showgirl fino a posare come modella in foto anche in versione sexy per Maxim.

Fin qui tutto benissimo.

Nel 2004 la Carfagna decide di dare una svolta importante alla sua vita entrando nel movimento femminile di Forza Italia in Campania. Nel 2016 viene eletta Segretario della Commissione Affari Costituzionali alla Camera fino a diventare Ministro delle Pari Opportunità con il governo Berlusconi.

Come ha fatto Mara Carfagna a oscurare quasi completamente l’immagine di showgirl sexy che pure le è appartenuta? Sappiamo bene quanto sia difficile levarsi di dosso un’etichetta, figuriamoci quella di bomba sexy.

Eppure, se parlo della Carfagna, le prime associazioni mentali che vengono alla mente sono: Politica/Ministro, Berlusconi e Donna elegante.

Anzitutto l’ex Ministro intelligentemente  non ha mai rinnegato il suo passato. Sa bene che ciò che siamo oggi è comunque il frutto di ciò che siamo stati un tempo. E quando ci si esprime con trasparenza, e si vive con il sorriso la consapevolezza di ciò che si è e che si è stati in passato, veniamo percepiti come sinceri e trasparenti.

La bravura della Carfagna, e di chi l’ha seguita in questa trasformazione,  è stata principalmente quella di creare una nuova immagine di sé, completamente diversa dalla precedente, perfettamente coerente con il ruolo che ricopriva e con i messaggi che voleva veicolare.

Per una donna ( soprattutto se si ha un passato da showgirl) il Business dress code per essere impattante deve tassativamente comunicare:

-Competenza

-Autorevolezza

-Credibilità (soprattutto se si fa politica)

Chi ha lavorato con lei accompagnandola in questo processo pazzesco di cambiamento dalla testa ai piedi (proprio in senso letterale) lo sapeva benissimo e a parer mio ha fatto un lavoro eccezionale.

Vediamo insieme i cambiamenti e la loro comunicazione

Dalla lunga chioma fluente passa al sofisticato taglio corto. I capelli e le acconciature parlano tantissimo di chi siamo, sono la parte più vicina ai pensieri a cui, per cultura, associamo gli stati d’animo e alcune caratteristiche personali (nell’articolo di alcuni mesi fa ho approfondito l’argomento, e l’hai perso clicca qui).

Per tagliare (in tutti i sensi) i ponti con il passato l’entrata in politica è accompagnata da un netto taglio di capelli optando per un rassicurante  taglio corto (a volte quasi mascolino) e curato che denota una personalità sicura e forte.

 

Abbandonate le scollature vertiginose e capi che lasciavano ben poco all’immaginazione, la Carfagna adotta uno stile classico ed estremamente curato composto da tailleur e abiti  di ottima qualità prediligendo i colori autorevoli (nero, blu e grigio).

A differenza di tante, la Carfagna, con i suoi outfit è riuscita a bilanciare perfettamente la sua femminilità e la sua professionalità – non cadendo nel binomio donna business=donna uomo – risultando autorevole, competente ed elegante.

Per scardinare l’immagine di showgirl, oltre a creare una nuova immagine estetica che fosse l’esatto opposto della precedente, la Carfagna cura in maniera quasi maniacale ogni dettaglio, con cui si aggiudica anche il soprannome di “ maestrina” sia dentro che fuori  il Parlamento ( la coerenza nello stile è imprescindibile), che le consente di comunicare una grande capacità di gestione del tempo e una personalità precisa e puntigliosa ( caratteristiche importanti da comunicare in politica).

Lo vediamo dalla scelta della calzatura: una decolletè classica con un tacco medio sempre tirata a lucido (sa bene che la scarpa con il plateau  rimanderebbe subito alla sua vecchia immagine). Indossa gioielli sobri e raffinati.

Predilige la borsa con la tracolla lunga da portare a spalla o sull’avambraccio. Pensate sia un caso? No: è tutto studiato.  Questo modello di borsa permette di avere sempre le mani libere così da connotare una personalità incline più all’agire che all’apparire sottolineando con fermezza la sua immagine di donna vincente.

Racconta divertita  in una intervista che ce l’ha messa proprio tutta per far dimenticare di essere “ Il ministro più bello del mondo”.

Da donna a donna Mara: ma perché? Perché una donna avvenente e bella deve nascondere la sua natura per apparire competente e autorevole? Come è possibile che il cervello sia ancora contrapposto alla bellezza e alla cura della propria immagine? Perchè le mie orecchie devono ancora ascoltare frasi come  “bella-elegante-glamour ma chissà quanto vale”.

Le carte l’ex ministro Carfagna ce le ha tutte al posto giusto…ma ancora una volta in Italia (a differenza che nella vicina Germania con la Merkel) alle donne, perseguitate dagli stereotipi di genere, vengono riservati ruoli,  trattamenti e capacità diversi rispetto agli uomini.

Dover “de-femminilizzare” il proprio aspetto per poter essere trattate alla pari dei colleghi uomini, a parer mio è un concetto che nel 2019 allibisce e deprime.

Ah che pazienza!