A-Force: La potenza dell’alleanza tra donne

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Da poche settimane in sala sta spopolando l’ultimo capitolo della saga degli Avengers che oltre a soddisfare le attese dei fedelissimi e affezionati del genere si fa portavoce di importanti novità

Prima fra tutte il ruolo delle donne.

 

Endgame introduce un nuovo modello vincente, le eroine, che meglio rispecchia le trasformazioni sociali epocali figlie del nostre tempo e attribuisce alle donne un ruolo nuovo, decisivo, senza privarle delle loro caratteristiche peculiari.

Sono donne potenti, capaci di cambiare il corso delle cose, ma per farlo non vengono snaturate del loro essere donne.

Nella battaglia finale (sorry per lo spoiler) le donne diventano assolute protagoniste in due differenti modi:

  1. In primo luogo scendono sul campo di battaglia. In contesti precedenti il ruolo della donna nella battaglia era legato all’uomo, ne era il supporto o il dolce pensiero in lontananza. Qui le donne combattono e lo fanno in qualità di supereroine, dotate di forza, bellezza, abilità, strategia.
  2. Le donne sono compatte. Nel momento topico della battaglia Captain Marvel torna dallo spazio e Tanos indicando lo schieramento di nemici pronti a sconfiggerla dice: “Non so se ce la farai”. La frase di minaccia, di derisione, di sconfitta preannunciata prelude a quella che invece sarà la svolta finale: arrivano le altre supereroine: “Lei non è sola”.

LEI NON E’ SOLA

Cosa possono fare le donne quando si alleano?

Molto, moltissimo, ma questo in cuor nostro forse lo sapevamo già.

Il vero slancio di emancipazione ben rappresentato da Endgame consiste nel raccontare quest’unione di donne in quanto donne.

Non hanno bisogno di somigliare agli uomini per mettere in campo una strategia vincente, non hanno bisogno di essere sgraziate e mascoline per esercitare un ruolo vincente con abilità e intelligenza, non hanno bisogno di essere colpite nel loro ruolo di donne e svuotate delle caratteristiche di bellezza, cura e sensualità per essere delle vere guerriere a abbattere i nemici nello scontro.

Questa è la vera battaglia vinta dalle supereroine di Endgame: quella culturale e sociale di una concezione della donna che non mette più in contrapposizione abilità e competenza con la cura di sé e l’attenzione alla propria immagine.

Sono donne che si uniscono perché si sono affrancate dalla schiavitù di quel legame tra donna e frivolezza che per secoli ha dominato il nostro panorama sociale e le ha volute competitive, diffidenti e poco alleate.

La donna sprigionata da Marvel è una donna moderna, nel pieno di sé, una donna che ha alimentato la propria persona dall’intelligenza alla cura del proprio aspetto, una donna in grado di comunicare se stessa nella sua pienezza senza farsi quegli sconti che altro non sono che il retaggio una società maschilista.

Grazie per questo splendido disegno di emancipazione e integrità, grazie a Marvel per aver finalmente sancito il legame solido e vincente tra donne che si sanno riconoscere perché accomunate in primo luogo dalla consapevolezza di saper comunicare il proprio sé pienamente.

Ma sappiamo perfettamente che c’è ancora tanto da fare e tanto da dire li fuori, nel mondo reale.