COSA GENERA LA COERENZA COMUNICATIVA? Lo spiega Drusilla Foer

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Di cosa siamo fatti?

Una sola domanda per aprire un mondo di riflessioni, ripensamenti, ridefinizioni.

In questo periodo si sta parlando molto di Drusilla Foer, la cui presenza sul palco dell’Ariston in occasione del festival di Sanremo ha lasciato non pochi strascichi. Il suo monologo, mandato in onda in un orario in cui forse alcuni hanno perso l’opportunità di seguirlo, ha avuto una grande risonanza sui social che lo hanno riproposto a gran voce.

 

Un uomo vestito da donna racconta la sua visione dell’unicità.

 

Drusilla prende immediatamente le distanze dal concetto di diversità attribuendogli la triste connotazione di elemento che allontana e che non può tenere insieme, in armonia, elementi molti distanti tra loro. L’emancipazione della diversità è nell’unicità, intesa come il risultato di un insieme di anime che popolano la nostra persona e la rendono irripetibile.

 

Un nodo centrale del suo discorso è nella centralità dell’ascolto come strumento che ci consente di accogliere davvero l’altro, di aprire una finestra verso di lui e farlo entrare nella nostra vita con le sue caratteristiche. 

Accogliere l’altro significa donarsi ad esso superando pregiudizi e convenzioni che non ci consentono di essere liberi nella relazione. 

“Pensate se tutto il buio fosse nero pesto…” senza sfumature, privo di cambi di intensità. 

Ogni persona trascina con sé, nel mondo, le sue ambizioni, i suoi talenti, per non parlare dei suoi valori. La bellezza di ognuno sta nell’osservare questo bagaglio personale e dire “io sono fatta/o di questo”, sono l’insieme di tutte queste cose. Il loro assortimento, in quantità diverse, in dosaggi irregolari, è l’insieme di me!

D’altro canto questa stessa unicità emerge se si pensa alla storia dell’inventore di Drussilla Foer, l’attore Gianluca Gori, che ha assegnato al suo alter ego femminile il nome di un battello, Drusilla per l’appunto, dove sembra che i suoi nonni abbiano vissuto dei momenti di rara intensità di cui conserva il bellissimo ricordo dei loro racconti. Foer invece è il cognome del suo secondo marito, Hervé Foer, morto diversi anni fa. 

Le sue performance, rivoluzionarie ma sempre all’insegna dell’eleganza, spopolano ovunque, facendone emergere tutti i talenti: attrice cinematografica e teatrale, cantante, star del web!

Gori si definisce un “en travesti” da una trasposizione dal francese che sta ad indicare un personaggio di un’opera lirica interpretato da una persona di sesso opposto. L’inventore di Drusilla affida a quest’ultima i messaggi che intende trasmettere. Anche sulla vita privata, sappiamo dei due matrimoni di Drusilla, ma davvero poco della vita privata di Gori che ormai appare completamente sovrapposto al suo alter ego, quando non del tutto sostituito da esso.

Il personaggio di Drusilla ha infatti sviluppato vita propria: trasmette valori e perplessità, comunica talenti e competenze, racconta della sua vita e si emoziona, parla con rispetto del lutto per la perdita del secondo marito, frutto anch’esso della scrittura di Gori, ma non per questo meno meritevole di rispetto, perché è parte di Drusilla, del suo io, della sua interezza come persona e il fatto di essere fittizia non la rende meno autentica. 

L’atto rivoluzionario della ricerca di se stessi è alla base del principio di accoglienza e accettazione e Drusilla lo persegue senza mai abbandonare la sua ricerca di eleganza nella comunicazione, sia attraverso gli atteggiamenti sia grazie alla scelta degli outfit,  Sanremo ne è stata l’ennesima dimostrazione. Sofisticata nel lungo abito nero, dirompente nell’outfiti nero e bronzo che sembra percorrerle il corpo come un fuoco che divampa. Non manca di autorevolezza e solidità nel doppio petto abbinato al pantalone a palazzo che le conferiscono competenza e professionalità. Composta e romantica nell’abito rosa glitterato abbinato al guanto rosso. Che dire poi dell’abito con scollo omerale prugna che racconta di una donna colta e con stile. 

Ciò che la rende così impattante è l’eclatante e ammirevole coerenza tra non verbale, para-verbale e verbale ovvero la sua immagine e i suoi modi, la sua voce con il suo ritmo e toni e i messaggi verbalmente veicolati. 

Quale esempio più diretto, quale messaggio di autenticità più impattante di questo?

Tante cose in una sola donna, le tante componenti che rendono immensa e irripetibile una persona. 

Una riflessione però esula dall’autenticità di Drusilla e sconfina in quella di Gori: non sarebbe forse molto più rivoluzionario far salire se stesso sul palco e trasmettere ciò che ha da dire? 

Drusilla è autentica e unica, ma Gori non sarebbe certo da meno portando in scena se stesso invece che interpretare la vita di una donna che non esiste.

La grandezza del talento di Gori nell’aver inventato un alter ego così efficace in ambito comunicativo sollecita però una riflessione: che effetto sortirebbe se la realtà si sostituisse alla satira? Come ci parlerebbe Gori se esprimesse se stesso anziché la fantastica Drusilla?