Chi ha avuto la fortuna di conoscerla e di poter raccontare di lei, ricorda la meraviglia che provava per i colori e la gratitudine verso di loro per aver sposato la missione di decorare il mondo.
Orgoglio d’Italia, è stata una delle scienziate più stimate e importanti del secolo scorso. La prima donna italiana a ricevere il premio nobel per la Medicina, conosciuta nel mondo anche per la sua smisurata umanità, era anche un’importante icona di stile.
Nata nel 1909, la sua brillante carriera di scienziata trovò un primo grandissimo ostacolo nelle leggi razziali.
Non era certo facile essere donna, ebrea, ricercatrice.
Nel 1947 si trasferisce negli Stati Uniti dove resterà per 30 anni fino al coronamento della sua gloriosa carriera con l’assegnazione del premio Nobel per la Medicina nel 1986, soprattutto grazie alle innovative scoperte sul sistema nervoso.
Prima donna ad essere ammessa anche nell’Accademia Pontificia, ha sempre sposato e portato avanti la causa della parità dei diritti delle donne in ambito scientifico e non solo. Un’anima e una mente così ricche non potevano che proiettarsi verso il mondo attraverso uno stile molto personale, capace di rispecchiare tanta magnificenza racchiusa in un corpo esile.
Al collo rigorosamente perle, per eccellenza l’accessorio di classe e della precisione.
Adorava i colori, in particolare quello dei suoi occhi, l’azzurro – colore che simboleggia la riflessione – ma la sua palette d’abbigliamento contemplava anche il grigio, il nero e il bordeaux. Tra i tessuti prediligeva il raso e il velluto. Quando sceglieva il tailleur lo abbinava rigorosamente alla camicia bianca, nobile e pura.
Indimenticabile l’outfit disegnato per lei da Roberto Capucci per la consegna del premio Nobel, al punto che lei stessa lo definì “un abito da regina”, d’altro canto stava per ricevere un premio consegnato dal Re di Svezia. Lo stesso stilista racconta che Rita Levi Montalcini apprezzava a tal punto i suoi abiti, da averne acquistati ben 47.
Una sovrapposizione di colori scuri ispirati alle opere di Caravaggio: viola, prugna, verde, tutti pensati per sottostare all’austera capigliatura molto composta e autorevole nel volume e nel colore grigio argento. Il successo dell’abito ebbe una tale risonanza che la regina Silvia di Svezia invitò lo stilista Capucci a esporre i suoi abiti in una mostra a Stoccolma, chiedendogli di portare l’abito di Rita Levi Montalcini e la foto che la ritraeva accanto a suo marito, il re Carl Gustav.
Non solo dunque un gioiello per la Scienza, ma anche una donna dalla grande anima, un’attivista per i diritti delle donne, una pioniera sul fronte dell’emancipazione. Molti i valori che si celavano dietro i suoi occhi blu, che non potevano che appartenere ad una persona di tale spessore, visto che nel suo significato simbolico il blu richiama la calma e l’equilibrio, due caratteristiche che Rita Levi Montalcini sapeva trasmettere bene.
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