OUTFIT PERFETTO PER UN COLLOQUIO DI LAVORO: 7 strategie per comunicare le tue strategie

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Il tema del colloquio di lavoro assume in questo periodo un’importanza particolare a seguito delle nuove prospettive lanciate dallo smart working in merito alle nuove modalità di lavoro, che hanno dato il via a un esodo di dimissionari alla ricerca di un impiego che consenta loro di avere maggiore equilibrio tra vita privata e professionale. 

 

Una delle domande più frequenti in cui mi imbatto nella Consulenza d’Immagine è: “Cosa indossare per un colloquio di lavoro?”.

 

Quel che spesso mi ritrovo a specificare è che, quello che in termini di outfit vale per il colloquio di lavoro, in realtà è estendibile anche ad altre occasioni, come una vendita, una trattativa, la proposta di un progetto. Che cosa hanno in comune tutte queste occasioni professionali: l’obiettivo di essere scelti.

 

L’outfit perfetto per un colloquio di lavoro 

 

Quando mi si chiede cosa indossare mi diverte tanto a rispondere “Non lo so!” e vedere la faccia del mio interlocutore.

In verità questo simpatico sketch nasce da una condizione di partenza: non esiste un dress code unico, universale, valido per tutti in occasione di un colloquio di lavoro. 

Tutto dipende dall’incontro di una serie di elementi che giocano un ruolo determinante: la posizione per cui ci si candida, il tipo di azienda, gli interlocutori che ci valuteranno.

 

L’analisi di questi elementi mi ha portato a definire delle vere e proprie strategie da applicare per avere un outfit impattante ed essere scelti a un colloquio di lavoro, o all’interno di una trattativa.

outfit perfetto per un colloquio di lavoro

Le 7 strategie per comunicare le tue competenze ed essere scelto

 

Quello che deve principalmente emergere ad un colloquio di lavoro è il valore delle tue competenze, pertanto la tua missione è quella di saper comunicare tutto il tuo bagaglio di competenze non solo verbalmente, ma anche attraverso un’immagine che sia coerente con esso. 

 

Le 7 strategie che sto per condividere sono il risultato delle esperienze raccolte in questi anni sull’outfit da adottare in questa speciale circostanza. Il punto di partenza è sempre lo stesso: dopo essersi accertati di avere le competenze specifiche per un ruolo è necessario saperle comunicare, sia verbalmente, sia attraverso la comunicazione non verbale, in cui sappiamo che ruolo svolge l’outfit.

Le  strategie per un outfit perfetto per un colloquio di lavoro

 

1. Studiare il contesto. In questa prima fase è importante che la scelta dell’outfit si basi sul principio di coerenza.

Andiamo nel dettaglio. Quali sono gli elementi da osservare per agire in coerenza con essi?

Sicuramente il ruolo, l’azienda, le persone che lavorano al suo interno. Informarsi su questi elementi è importantissimo perché consente di capire il mood che si respira, e, se lo si condivide, è opportuno scegliere un outfit che crei empatia. Uno dei criteri più incisivi nella valutazione delle persone è l’empatia, quello stato d’animo per cui le persone si sentono vicine per somiglianza. Questo non significa imitare gli altri al punto da sembrarne una copia, ma semplicemente richiamare nell’outfit dei dettagli che si è notato essere costanti nei loro look. 

Riconoscere nell’altro un qualcosa di simile a sé, ci porta istintivamente a fidarci di lui, questo aumenta la possibilità di essere scelto.

Studiare il mood di un’azienda oggi non è difficile tra google e social, ma se si ha la possibilità di fare un giro e osservare dal vivo come si vestono le persone, com’è l’ambiente fisico, allora perché no? Si tratta di capire come aprire un canale di comunicazione attraverso l’empatia.

2. Scegliere un outfit in previsione degli obiettivi di guadagno.

Qui è necessario fare una piccola digressione sul fit dell’outfit, ovvero la vestibilità dell’abito che quando è perfetta è in grado già da sé di veicolare benessere economico. Questo aspetto è spesso sottovalutato, ma studi scientifici, con basi empiriche, da anni ormai dimostrano che avere un aspetto che veicoli benessere economico faciliti le opportunità di essere scelti. Questo accade perché l’interlocutore non percepisce il bisogno primario di denaro e si focalizza esclusivamente sulle competenze e sull’opportunità di integrare nell’azienda una risorsa di valore.

3. Avere la massima cura del dettaglio, che in termini di immagine significa avere un aspetto ordinato, pulito e curato. A partire dalla mano, che è una delle prime cose che l’interlocutore osserva.

La cura della persona è un indicatore delle capacità di organizzazione, gestione del tempo e dell’imprevisto.

In quest’ottica la cura della persona è un indicatore di affidabilità e precisione. Nella cura della persona in generale si intende avere una stiratura dell’abito accurata, un’accurata igiene personale complessiva, manicure e capelli in ordine perfetto. Dobbiamo sempre tener presente che l’abito è un supporto, non il protagonista, dunque, a proposito di dettagli, è importante scegliere capi e accessori che richiamino l’attenzione sul volto in modo da non permettere all’outfit di dominare la comunicazione non verbale e distogliere l’attenzione dell’interlocutore. Nel caso della donna anche il make up può rivelarsi strategico. 

4. Evitare di indossare un outfit nuovo al colloquio di lavoro. La novità è già nell’occasione in sé: nessuno può sapere cosa aspettarsi. Per sentirsi a proprio agio e sicuri di sé è molto più efficace indossare un outfit di cui si conosca già “il comportamento”, ovvero la vestibilità e tutti i dettagli che ne derivano.

5. Scegliere la calzatura giusta. Anche in questo caso è fondamentale andare sul sicuro e scegliere una calzatura che, oltre ovviamente a rispettare i requisiti di abbinamento e lo stile personale, consenta di muoversi con una falcata disinvolta e sicura. Un meraviglioso tacco 12 può diventare il più acerrimo dei nemici se non si è in grado di camminarci e lo si fa goffamente. Un andamento incerto denota insicurezza, il che non è affatto positivo in sede di colloquio di lavoro.

6. Bilanciare formalità e stile personale. Questo aspetto richiede una distinzione tra uomo e donna, che per caratteristiche intrinseche, chiamano in gioco elementi diversi nell’operazione di bilanciamento. Sia per l’uomo, sia per la donna, esiste il rischio che il personale livello di mascolinità o femminilità possa far propendere l’interlocutore verso un’impressione inesatta e soprattutto poco vantaggiosa per l’obiettivo di essere scelto.

Pensiamo a come molte donne per ottenere successo in ambito business attuino una vera e propria “defemminilizzazione” al fine di avere lo stesso trattamento e gli stessi riconoscimenti dei colleghi uomini. Oppure a quando non sanno dosare gli elementi di femminilità e eccedono nel essere provocanti con la conseguenza di non essere prese sul serio. 

Questo vale anche per l’uomo sul fronte della virilità, dove una preponderanza di aspetti mascolini può sconfinare nel comunicare il bisogno di dominare, tipico del maschio alpha che incute sfiducia e pericolo.

La soluzione, come in molti casi, è nell’equilibrio e soprattutto nella scelta di rispettare la propria natura personale comunicando con sicurezza il proprio modo di essere nel rispetto del contesto.

Un outfit equilibrato in un contesto business deve far dialogare eleganza, formalità e femminilità.

Per individuare il punto di equilibrio esatto, basti immaginare di potersi avvalere di una bilancia con due piatti, collocando su un piatto la componente formale dell’outfit, sull’altro tutti gli elementi che rendono peculiare lo stile personale. La bilancia è in equilibrio o un piatto pesa di più? La distribuzione degli elementi è equa o emerge qualcosa in eccesso o in difetto? Se non si raggiunge l’equilibrio e prevale la parte formale, sicuramente si potrebbe notare assenza di tocco personale, ma non è un grave problema, soprattutto per andare sul sicuro all’inizio. Se invece sulla bilancia il peso della parte personale e informale prevale, si rischia di non essere considerati professionalmente e quindi scelti.

L’equilibrio è la soluzione, per non rinunciare a se stessi ed essere in linea con il contesto. 

7. Conoscere il potere comunicativo dell’abbigliamento. Il mondo dell’outfit è un manuale di comunicazione non verbale. Numerosi studi ci svelano l’arcano su tutte le funzioni comunicative dell’abbigliamento e la capacità di metterle in atto per conquistare l’interlocutore e approdare all’obiettivo. Ci sono teorie, come quella di Jakobson, ad esempio, che analizzano l’outfit in base alle funzioni che l’abbigliamento assolve. A questo aggiungiamo i numerosi studi sociologici sulla capacità di manipolare alcuni elementi – età, genere, competenze, status sociale –  grazie all’outfit per conseguire i risultati professionali desiderati. Io stessa, facendo leva sui miei studi di comunicazione,  mi sono occupata dell’individuazione dell’outfit più impattante in funzione dei meccanismi che le persone mettono in atto nel processo di valutazione dell’altro.  

Questo prezioso bagaglio di strategie e  conoscenze è uno strumento molto utile nella gestione della propria immagine ed è approfondito nel mio libro Il Potere Comunicativo dell’Abbigliamento, edito Mondadori. Che la tua occasione sia un colloquio di lavoro, una vendita, la presentazione di un progetto, troverai spunti utili e numerosi esempi.

Se vuoi un lavoro personalizzato invece, non esitare: contatta direttamente me.