La svolta smart casual del business dress code

Condividi

Non sempre l’abito è la soluzione migliore. 

Quando si parla di business dress code la mente va subito all’abito, il completo preferibilmente blu scuro abbinato alla camicia azzurra o, per le occasioni più formali, bianca. Ma è davvero così che bisogna vestirsi in ufficio per essere autorevoli?

Negli ultimi anni si è affermata una nuova interpretazione del business dress code orientata allo smart casual, un nuovo modo di scegliere i capi d’abbigliamento e gli accessori meno orientato alla formalità. Se prima era concesso solo il “casual friday”, oggi la tendenza è quella di abbandonare il completo nell’armadio (lasciandolo per le occasioni davvero formali) e preferire un dress code smart casual, a prescindere dal ruolo che viene ricoperto in azienda.

In principio era il completo, oggi è lo spezzato

Il dress code aziendale ha subito un’evoluzione significativa di recente riflettendo le mutate dinamiche sociali e quelle che oggi dominano le aziende. Prima l’ondata pandemica, poi lo smart working e oggi la tendenza a optare per modalità di lavoro ibride in presenza e da remoto hanno sicuramente inciso sul bisogno di un cambio di paradigma anche sul dress code aziendale.

Tradizionalmente, il paradigma dominante era estremamente formale (soprattutto in determinati contesti), incarnato dal completo, simbolo di professionalità e rigore. Il completo, composto da giacca e pantaloni coordinati, camicia, cravatta e scarpe eleganti, rappresentava un codice quasi universale negli ambienti di lavoro che richiedevano serietà, oltre ad essere un indicatore di status e posizione professionale.

Con il passare del tempo, però, si è assistito a un graduale spostamento verso uno stile smart casual: questo nuovo approccio che privilegia lo spezzato, ovvero la combinazione di elementi formali con altri più casual offre una maggiore flessibilità e comfort pur mantenendo un aspetto curato e professionale. Lo smart casual permette di esprimere individualità e personalità attraverso la moda, senza rischiare di essere fuori luogo e rispettando il contesto lavorativo.

Questa transizione dal completo allo spezzato non è soltanto una questione di stile, ma riflette anche un cambiamento nelle culture aziendali, che sono diventate più inclusive, valorizzando la diversità e il benessere dei dipendenti. Le aziende riconoscono ora che un ambiente di lavoro meno rigido in termini di dress code può contribuire a migliorare la soddisfazione e la produttività dei lavoratori, segnando una nuova era nel concetto di professionalità nell’abbigliamento.

L’effetto red sneakers, l’imperfezione che trasmette coraggio

La transizione da un paradigma più orientato alla formalità ad uno più smart è valido per tutti? Certamente si. A differenza di quanto si possa pensare sono proprio i manager o coloro che occupano posizioni apicali in azienda a dover dare l’esempio.

Ed è proprio sui look di personaggi di spicco all’interno delle aziende che si può lavorare affinché la vera essenza di un top manager emerga anche senza che debba indossare l’abito tutto il giorno. L’autorevolezza e la leadership, in tutte le forme in cui queste si possono manifestare, possono essere espresse anche e soprattutto uno stile più “rilassato”. benché curato e attento ai dettagli.

Bisogna ricordare, infatti, che un abbigliamento smart casual non comporta una perdita di autorevolezza, ma al contrario rafforza l’immagine del leader in quanto allineata con l’immagine aziendale.

Da non sottovalutare poi anche il cosiddetto effetto red sneakers che evidenzia come la scelta strategica di un elemento che non rispetta appieno le regole (o il dress code in questo caso) possa trasmettere coraggio, autenticità e individualità. Questo concetto si basa sull’osservazione che individui e in particolari leader che osano incorporare nel loro outfit un elemento sorprendentemente casual o fuori contesto – come, per esempio, un paio di scarpe da ginnastica rosse in un ambiente formale – vengono percepiti come più competenti, sicuri di sé e influenti.

La scelta di indossare qualcosa di inaspettato, infrangendo in modo programmato e deliberato le convenzioni senza compromettere l’integrità professionale, può essere l’indicatore di una sicurezza interiore e una capacità di pensiero autonomo, qualità altamente valutate in molti contesti lavorativi.

La mia esperienza in azienda

La mia recente esperienza presso un’azienda è l’ennesima riprova che il dress code, soprattutto quello business, non è un’entità ferma e immutabile, ma dinamica e viva.

Sono stata inizialmente contattata da questa realtà per sviluppare le nuove divise aziendali e oltre a lavorare a stretto contatto con i dipendenti per ideare un codice d’abbigliamento che riflettesse i valori e l’identità dell’azienda, ho avuto l’onore di poter fare una consulenza al manager su quali look adottare per una serie di foto e un video destinati a promuovere l’immagine aziendale.

Il mio approccio si è basato sull’equilibrio tra professionalità ed espressione personale, promuovendo uno stile che fosse al contempo elegante e confortevole, adatto a rappresentare l’azienda nel suo insieme. In particolare il mio obiettivo era quello di rendere più emozionale il look del manager che invece era abituato ad indossare quasi unicamente abiti formali: ebbene, ho eliminato del tutto il completo proponendo una soluzione che fosse invece più vicina ai dipendenti e, soprattutto, comunicasse i reali valori del brand.